Di seguito una mia intervista rilasciata al quotidiano partenopeo “Qualcosa di Napoli” che potrete leggere anche QUI

 

 

Eccoci Pasquale, ci siamo riusciti. Vogliamo porti un po’ di domande sulla tua attività professionale che ci affascina molto e che sarà, senza dubbio, parte integrante del lavoro di domani.

Parlaci di te, di cosa ti occupi oggi?
Domanda difficile quindi. Avrei bisogno di un editoriale con cadenza fissa per raccontare cosa faccio. Scherzi a parte, in primo luogo ringrazio la redazione di Qualcosa Di Napoli sempre attenta, focalizzata sui temi caldi che attanagliano la nostra città e con sguardo lungimirante sull’intero quadro nazionale. Arrivo al punto: mi occupo di comunicazione per aziende ed enti, di formazione e di strategie digitali. Ad oggi mangio di pane e web, di social media, di marketing e di tantissimo altro. Tutte materie che ho studiato e che da un po’ di anni insegno. Specializzato in sviluppo brand, sotto l’aspetto comunicativo, curo la nascita di un marchio, il lancio e le strategie digitali. Amo le sfide, e soprattutto amo vincerle ecco perché faccio questo lavoro. Quando, invece, ho un po’ di tempo (3 ore a settimana) provo ad andare in bici e a spegnere il cervello.

Cosa ti piace della formazione?
Cosa non piace, forse, sarebbe la domanda corretta. Adoro la formazione in tutte le sue sfaccettature, e parto da lontano, da molto lontano: credo molto nel concetto di innovazione e penso che gli innovatori siano coloro che vedono dello straordinario nell’ordinario. Da un’esperienza riescono a fornire una visione diversa del normale. Sono coloro che si cibano di prospettive e passione. Il formatore dovrebbe, secondo me, essere un innovatore. Bisogna cercare di dare un’alternativa, attraverso le proprie doti, per osservare il mondo con occhi diversi. E sarà il destinatario della lezione e motivare l’essenza di tutto ciò. Se è predisposto all’ascolto e alla crescita. Poi aggiungo un’altra cosa e prometto che sarà l’ultima: continuo a ripetere ai colleghi e soprattutto a me stesso che fare formazione ci ha dato una possibilità, la stessa che dovrebbero avere tutti: aver consapevolezza delle proprie capacità. Vi chiederete cosa significhi tutto ciò. È semplice, tutto sommato: puoi essere un tecnico, un genio, ma se non sai apprezzare te stesso queste qualità non riuscirai mai ad esternarle. Ecco perché penso che il primo fattore focale da insegnare, come provo a fare sin dal mio primo giorno, sia la determinazione ed il prendere coscienza di quanto si sappia già fare e di quel che sarà. Quindi, consapevolezza e dinamicità sono la ricetta vincente per riuscire ad affrontare le nuove sfide che la società contemporanea ci pone dinanzi. Le persone prima, le cose dopo. Il mio mantra.

Progetti in cantiere?
Anche qui ne sono un po’. Ma posso rispondere brevemente focalizzandomi su quello per cui mi sto impegnando di più. Sto per lanciare una scuola di formazione per dare la possibilità a tutti di accedere al mondo del digitale e di poter mettere le basi per un percorso professionale serio e strutturato affinché si sia pronti per i mestieri del domani. O di oggi, ahinoi. Il lancio di tutto ciò è cosa non facile, fatta di mille ostacoli, ma la caparbietà, la forza di volontà e le competenze stanno facendoci superare decine e decine di salite ripide. Una delle più grandi difficoltà è il combattere il profluvio di “ore fuffa” di sedicenti maestri che si trovano bighellonando in rete. Trovo stiano mandando in narcosi un settore su cui c’è ancora tanto da lavorare. Ma riusciremo anche in questo, ovviamente. Rimanete sintonizzati.